La Casina Vanvitelliana… un viaggio emozionale tra storia, paesaggio, leggende e…

di Francesco Salvione

Parto dalla fine di questo racconto…dalla prospettiva di uno spazio magico che si allarga alla vista percorrendo un viottolo in terreno battuto tra le palme secolari del Parco Vanvitelliano del Fusaro. La suggestiva sagoma di un monumento fiabesco, collocato su un isolotto del lago, a breve distanza dalla riva e collegato ad essa tramite una passerella in legno, scandisce il ritmo della natura modulando le cromie dei tramonti e cadenzando l’impercettibile movimento delle acque che, nella visuale del luogo, sembrano pennellate di una tela raffigurante un paesaggio dell’ Ottocento…

Si respira un’aria diversa, lo spazio ti cattura..ti accoglie…ti invita ad entrare nella storia, a sognare, ad immaginare… Il manufatto architettonico, composto da tre corpi ottagonali con enormi finestre disposte sui due piani della struttura, si percepisce adesso nella sua interezza e fa da cornice ad un ambiente naturalistico di una bellezza straordinaria…

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Mi guardo intorno…ovunque…assorto…muovendo passi lenti in direzione della passerella per godere di ogni scorcio, di ogni scenario, per carpire immagini che stimolano la fantasia… percezioni che portano la mente in un onirico spazio storico..Il Re Ferdinando IV di Borbone, l’amore con Maria Carolina d’Asburgo, le battute di caccia con i “lazzari” che gli avevano affibbiato il nome di Re Nasone, gli incontri galanti con le sue amanti…

Procedo fino all’ingresso del prestigioso padiglione poligonale realizzato nel 1782 su progetto dall’architetto Carlo Vanvitelli e…pervaso da una incontenibile curiosità..mi avventuro nei camminamenti interni del Casino di caccia imbattendomi nelle sale ottagonali dei due piani e nelle gallerie finestrate dei tre blocchi qualificati da geometrie affascinanti che hanno ispirato ed ospitato illustri personaggi tra i quali: Francesco II d’Asburgo, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioacchino Rossini e il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi..

Al primo piano, cui aveva accesso solo il Re, c’è la Sala delle Meraviglie, così detta perchè adornata di quattro grandi tele del pittore di corte Philipp Jackob Hackert, trafugate nel 1799 durante i moti rivoluzionari giacobini. Queste quattro tele, a tutta parete, rappresentavano il ciclo delle quattro stagioni e la particolarità era la rappresentazione della linea dell’orizzonte che aveva continuità nella linea dell’orizzonte reale che si scorgeva tra le finestre e i balconi del piano.

…Le mani sulle pareti, i polpastrelli sfiorano le mura, gli oggetti di arredo d’epoca, l’imponente camino del piano terra..quasi a mò di stetoscopi atti a sentire i battiti cardiaci della storia…L’emozione percettiva si alimenta con la consapevolezza di un ambiente naturale strepitoso, scrigno di biodiversità che arricchisce ancora di più questo straordinario tuffo nel passato…

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Una rielaborazione a cura degli Abbuffoni di un video-esperimento realizzato sulla Casina Vanvitelliana a Bacoli.

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