di Francesco Salvione
Cusano Mutri…una località dell’entroterra beneventano ai confini con il Molise…antica roccaforte montana racchiusa dalla cinta del massiccio del Matese, è lo scenario di una storia di caparbietà, amore e dedizione racchiuse nel brillore di uno sguardo intenso e deciso…distintivo di un popolo forgiato dalla storia della propria terra.
Antonella Orsino è la prima sannita a partecipare al talent show culinario MasterChef Italia (sesta edizione), e lo fa proponendo un piatto “puro”, in cui c’è l’ humus, ci sono le sue origini, la passione e la sapienza trasmessa dalle generazioni passate.
La Primavera a Cusano, tortellini lavorati a mano con virni (il fungo di San Giorgio) ed asparagi, è un piatto che rappresenta la sapida bellezza di un territorio contraddistinto da una natura marcata da un’affascinante diversità ecosistemica (le Gole di Conca Torta, le Gole di Caccaviola, le Forre di Lavello, il monte Calvario) che fa da contraltare al caratteristico centro storico paesano, di impianto tipicamente medioevale con le stradine strette e tortuose che seguono un principio geomorfologico di adattamento alla topografia del luogo…le gradonate larghe, le abitazioni impreziosite dalle cornici e dai portali in pietra locale lavorata. Nel piatto di Antonella c’è tutto questo! C’è il legame con le radici, con i principi ed i valori solidi della cultura contadina che hanno reso l’uomo “libero” attraverso il lavoro collettivo organizzato intorno al nucleo familiare.
Incontriamo Antonella in un pomeriggio assolato della settimana Pasquale e “l’intervista” programmata diviene subito una chiacchierata informale tra amici di vecchia data; parliamo di sogni, di ambizioni, di passioni…di ricordi, di insegnamenti e soprattutto della bellezza, della qualità e del valore dei luoghi.
I nonni, i piatti poveri, i segreti e i riti della cucina autentica…tagliano il tempo ed alzano il livello di interesse e di attenzione…di concentrazione; facciamo una passeggiata nel nucleo antico di Cusano, dove la storia si legge tre le mura, nei vicoli, tra gli squarci di vedute paesaggistiche mozzafiato e architetture simboliche che, nel Medioevo, dividevano il paese nella parte nobiliare ed in quella plebea.
La celebrazione della Pasqua di Risurrezione attraverso il culto, le usanze, la spiritualità e le tradizioni: la solennità del pranzo come metafora dell’evento religioso; l’allegoria… i costumi che mediante la cucina trasmettono quel velo di affascinante mistero della sacralità.
Il dolce tipico pasquale, da queste parti, è la Pigna…un lievitato che si ottiene da una non semplice esecuzione e che nasconde molti segreti che Antonella ci svela nella sua ricetta…quella storica, di famiglia…dei Cuncettùn’.