di Rosanna Gaddi
Per uscire dallo stato di mediocrità è necessario perdere la discrezione e abbandonarsi ai piaceri irrazionali. L’ uomo nell’ antichità scrutava gli dei e la loro vita, tentando inutilmente di eguagliarla. Bramava il loro nettare, provava ad apparecchiare bei sogni lasciandosi trasportare in un piacevole crepuscolo.
La sera di venerdì 27 ottobre, nell’ enoteca provinciale Vigna Felix di Caserta, gli ottimi attori Roberto Solofria e Ilaria delli Paoli del Teatro Civico 14, accompagnati magistralmente dal compositore sound designer Paky di Maio, hanno sapientemente interpretato e declamato parole divine. Con la presenza di 36 aziende produttrici di vino e oltre 140 etichette, olio e prodotti del territorio casertano, inizia un viaggio alchemico, accompagnato da testi selezionati minuziosamente e legati dalla musica appositamente composta per l’ evento. La camera di commercio, nella figura del suo presidente Tommaso De Simone, ha dato ascolto “all’ ottimismo della volontà e non al pessimismo della ragione” per organizzare un cooking show dai toni molto particolari.
Gli attori hanno intrapreso un viaggio interpretativo che parte da Catullo e finisce con Capossela, su suoni e rumori che, fondendosi col pallagrello rosso e il verginiano bianco, hanno generato svariate emozioni, partendo da un sentimento di abbandono malinconico di Tasso al Genio, passando per il sarcasmo roco di Trilussa, arrivando a Catullo e Neruda, bagnandosi di falanghina di Roccamonfina. I suoni giapponesi hanno scaraventato il pubblico in un’ incontenibilità sensuale nella forma di abbracci carnali, descrittivi dell’ eterna ebrezza e della follia.
Con le parole dell’uomo saggio, scandite da rumori che simboleggiano i battiti ritmati del cuore, è arrivata la Chef Marziale che ha incuriosito gli astanti descrivendo un risotto con succo d’ uva fragola e conciato romano, lasciando l’ acquolina in bocca e il senso dell’ attesa. La lettura di Pavese e la musica annessa hanno trasmesso emozioni, ricongiungimento alla terra di lavoro, cattiva e prolifica al contempo. Gli aforismi, apparentemente slegati, insieme al falerno, hanno colorato la follia inconsistente di sospensione del giudizio e di sospensione del suono e della nota. Cechov e Hoffman hanno cannibalizzato l’ uditore, trasportandolo in un futuro irreale e differente, fatto di barbarie, sangue, guerra. I suoni hanno magicamente risollevato gli animi, facendoli viaggiare in un sommergibile verso un mare senza luce. Il percorso dell’ uomo è illuminato da un piccolo faro per vedere da più vicino, per ricercare la felicità sui testi di Capossela e della Bandabardò. La musica e la poesia fanno credere e osare. Le 20 bottiglie di vino non fanno dimenticare, ma riflettere e ricordare, nel dolore, nella pace, non nella noia, nel peccato d’ amare e d’ amore, per concludere il viaggio con un brindisi dai toni orientali e dai sapori nostrani.