di Francesco Salvione
Il carnevale partenopeo è uno dei più antichi d’Italia, celebrato con sfilate, maschere, carri sfarzosi già all’epoca dei Borbone, periodo in cui visse il momento più glorioso con i carri – cuccagna ricchi di vivande, cibo, salumi, formaggi ed ogni ben di Dio e i personaggi allegorici quali Pulcinella, la Vecchia ‘o Carnevale, ‘a Zeza, Vicenzella e Don Nicola.
Siamo a Napoli, nel cuore della città antica, passeggiando per le strade lastricate di storia, tra piccole botteghe e negozi che vendono prelibatezze di ogni tipo.
“Cerchiamo” il Carnevale, le maschere, i coriandoli amalgamati agli odori, ai sapori..quelli dolci, quelli antichi…decisi..intensi! Da Via Toledo ci inoltriamo nei Quartieri Spagnoli, a Via Lungo Gelso due vetrine d’epoca disposte ad angolo con Vico Teatro Nuovo emanano profumi che si propagano tra i vicoli che rappresentano la quintessenza della “napoletanità” tra i “bassi” e i panni stesi.
La pasticceria Ranaldi è un’istituzione! Artigiani pasticceri da tre generazioni si tramandano un’esperienza e una maestria di cento anni in un connubio armonioso fatto di ingredienti pregiati, passione e cura dei dettagli sublimando un’arte unica che rievoca la tradizione in ogni fase operativa.
Oggi vogliamo “mangiarlo” il Carnevale!…e ci affidiamo ai consigli di Marcella Ranaldi, nipote del fondatore e figlia dell’odierno maestro pasticciere Claudio Ranaldi che, nella dedizione alla sua arte, in una domenica sovraffollata, trova il tempo per concederci due chiacchiere amichevoli. Puntiamo sulle usanze, sui dolci carnevaleschi.. gli storici napoletani…e quindi Chiacchiere, Savoiardi, Sanguinaccio e la Santa Rosa.
Le Chiacchiere, croccanti e delicate sfoglie fritte, si sciolgono in bocca.. impreziosite da un drappo fitto di zucchero a velo che accarezza il palato e ti lascia un retrogusto che ti porta in un’unica direzione: mangiarne un’altra..e poi un’altra..e un’altra ancora..
I biscotti Savoiardi, fatti con uova, zucchero e farina, hanno una forma e una consistenza seducente… accattivante. E’ l’amore!…l’amore a prima vista! Morbidi, soffici, spumosi…si possono gustare da soli o “spalmati” di Sanguinaccio. L’illustre..il dolce di Carnevale per antonomasia che una volta si faceva col sangue di maiale, oggi invece si realizza con cacao, cioccolato fondente e cannella…una delizia!
Completiamo la godereccia degustazione con l’ultima emozione…la sfogliatella Santa Rosa, con guarnizione di crema ed amarene, nata nel 600 nell’omonimo convento di Conca dei Marini, in provincia di Salerno, in onore della santa alla quale era intitolato il monastero.
La straordinaria qualità della pasticceria Ranaldi, che è anche una prestigiosa cioccolateria artigianale, ci ha letteralmente sbalorditi e…niente..torneremo presto!